lunedì 24 giugno 2013

Nota al viaggio di ritorno

Scrivo questo post di considerazione, anche se credo che i diretti interessati mai lo leggeranno (o se qualcuno dovesse leggere e li conoscesse prego gentilmente di  invitarli a leggere).

Come menzionato nel posto precedente, giunti a Toronto abbiamo avuto un ritardo di quasi 6 ore; alla fine abbiamo scoperto che tale ritardo era dovuto ad un'assemblea di una sigla sindacale degli addetti allo smistamento bagagli dell'aeroporto di Fiumicino: questi hanno pensato bene di organizzare un'assemblea sindacale nel bel mezzo di una giornata di lavoro, mandando in tilt per qualche ora l'intero traffico aereo.

Non son qui certo a criticare le loro motivazioni, però credo che queste siano cose da organizzare preventivamente in modo da garantire un regolare svolgimento del servizio.
Inoltre sia che si tratti di riunione sindacale o di manifestazione (e con tutte le ragioni di questo mondo), ma se continuate (e qui non mi riferisco non solo al caso specifico ma è una considerazione generale sulle manifestazioni di protesta) a fare scioperi e creare disguidi solamente a chi non può aiutarvi, invece di avere una partecipazione di solidarietà alle vostre problematiche, otterrete solamente dei viaggiatori incazzati neri che invece di essere solidali vorranno solo una cosa: CHE VI LINCENZIASSERO TUTTI E ANDASTE A SPALARE MERDA PER IL RESTO DEI VOSTRI GIORNI.
Inoltre, oltre a rompere le scatole a chi non ne può nulla, fate fare all'intera nazione (nel caso ce ne fosse ulteriormente bisogno) figure di merda planetarie (non vi dico cosa dicevano i canadesi degli italiani).

Non sarebbe invece più proficuo andare a creare disagi a chi è nella posizione di poter far qualcosa per i vostri problemi? Invece questi continueranno a fare i loro porci comodi, dei vostri scioperi se ne fregano perchè disagi a loro non ne create (e mi pare che le modalità con cui operate non portino a nulla, se no non sareste qui a far sciopero o manifestazioni ogni 15 giorni).

Quindi per concludere, vi lascio con questa riflessione (dal minuto 1,08):

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